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Enoturismo e dintorni: il bon ton della visita in cantina e i consigli per accrescere il valore dell’esperienza offerta

Che si tratti di una piccola azienda a conduzione familiare ovvero strutturata, l’enoturismo rappresenta un business a tutti gli effetti e in quanto tale deve essere organizzato e le sue attività ben panificate.

Ecco una lista di consigli utili quando si decide di aprire le proprie porte ai turisti.

𝗣𝗿𝗶𝗺𝗮 𝗿𝗲𝗴𝗼𝗹𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝘃𝗮 𝗯𝗲𝗻𝗲 𝘀𝘂 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼, 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗼 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝘂𝗻 𝗮𝗯𝗶𝘁𝗼 𝗻𝗲𝗿𝗼: 𝗺𝗮𝗶 𝗶𝗺𝗽𝗿𝗼𝘃𝘃𝗶𝘀𝗮𝗿𝗲.
Primo punto nella nostra lista: un buon lavoro di pianificazione e un team ben formato. Non è consigliabile improvvisare neanche se si conduce una piccola azienda, l’ospitalità e l’atmosfera conviviale non vanno confuse con l’improvvisazione. Dunque parola d’ordine pianificazione.

𝗟’𝗶𝗱𝗲𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗲 𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗼𝗺𝗼𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗼𝗳𝗳𝗲𝗿𝘁𝗮, 𝗼𝘃𝘃𝗲𝗿𝗼 𝗿𝗶𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗲𝗿𝗲 𝗶 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶 𝗽𝘂𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗳𝗼𝗿𝘇𝗮 𝗲 𝘃𝗮𝗹𝗼𝗿𝗶𝘇𝘇𝗮𝗿𝗹𝗶.
Creare un’offerta chiara e un listino prezzi trasparente da veicolare, non solo ai wine lovers che contattano direttamente la cantina, ma, altresì, creare un’offerta, talvolta differenziata o customizzata destinata alle strutture ricettive e ai tour operator del settore con cui entriamo in contatto, ovvero presso cui promuoviamo i nostri servizi. Tutto questo richiede tempo e pazienza e, soprattutto, va fatto con diversi mesi di anticipo rispetto all’inizio della stagione.

𝗘 𝗳𝘂 𝗶𝗹 𝘁𝘂𝗿𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗼𝗿𝗴𝗮𝗻𝗶𝘇𝘇𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲, 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝘀𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗶𝘂𝘁𝗮.
Molte piccole realtà fanno l’errore di pensare che basti una sola risorsa tuttofare, ma se decidiamo di investire in un business, se vogliamo un ritorno che ci permetta di ricavare un utile, occorre essere sempre organizzati. Dunque occorre avere un team.

𝗠𝗮𝗶 𝘃𝗲𝗶𝗰𝗼𝗹𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻 𝗺𝗲𝘀𝘀𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗶𝗻𝗰𝗼𝗻𝗴𝗿𝘂𝗲𝗻𝘁𝗲, 𝘀𝗼𝗽𝗿𝗮𝘁𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼 𝗰𝗼𝗻 𝗲𝘀𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶 𝗲 𝗮𝗽𝗽𝗮𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗮𝘁𝗶.
Una volta formato il nostro team, è molto importante prevedere uno schema di visita e degustazione condiviso da tutte le risorse, specialmente se il team è formato da più persone. Le informazioni veicolate dalla cantina devono essere quanto più possibile coerenti. A questo proposito sarebbe utile preparare uno script che possiamo, mano a mano, plasmare in base alle esigenze comunicative che si presentano.

𝗖𝗼𝗺𝗲 𝗶𝗹 𝗕𝗶𝗮𝗻𝗰𝗼𝗻𝗶𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗔𝗹𝗶𝗰𝗲.
Nella vita è tutta una questione di tempismo. Saper dettare i giusti tempi di una visita è un’arte che non va arrangiata, ma piuttosto da limare con l’esperienza. In questo può aiutare molto il tono di voce, ma soprattutto il linguaggio del corpo per comunicare che l’esperienza si è conclusa. L’accoglienza è il nostro lavoro e sul lavoro, si sà, il tempo è denaro. Potremmo avere altre visite pianificate, è dunque fondamentale non fare attendere i nostri clienti e non apparire loro come il Bianconiglio di Alice, perennemente trafelato. Il nostro cliente deve stare a proprio agio, rilassarsi e immergersi nell’esperienza.

𝗟𝗲 𝗮𝗰𝗰𝗼𝗿𝘁𝗲𝘇𝘇𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗴𝗲𝘀𝘁𝗶𝗿𝗲 𝗮𝗹 𝗺𝗲𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗶 𝗴𝗿𝘂𝗽𝗽𝗶 𝗱𝗶 𝘃𝗶𝘀𝗶𝘁𝗮𝘁𝗼𝗿𝗶.
La pianificazione non passa soltanto attraverso un planning puntuale, ma occorre anche saper valutare se è possibile inserire nella stessa slot di visita gruppi di persone con provenienza o modalità interattive eterogenee tra loro, ad esempio occorre valutare se è il caso di inserire nello stesso turno di visita turisti stranieri e italiani, ovvero wine lovers e professionisti del settore. Per determinati tipi di visita potrebbe essere necessario un approccio differente.
Al di là della pianificazione, a volte, occorre saper gestire l’imprevisto con un sorriso e olio di gomito. Sii sempre proattivo: non farti trovare impreparato quando gli ospiti sono in numero superiore rispetto a quanti hanno prenotato.

𝗡𝗼𝗻 𝗱𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶𝗰𝗮𝗿𝗲 𝗺𝗮𝗶, 𝗲 𝗱𝗶𝗰𝗼 𝗺𝗮𝗶, 𝘂𝗻 𝗮𝗽𝗽𝘂𝗻𝘁𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼: 𝗶𝗹 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗹𝗮𝗶𝗻𝘁 è 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲 𝗱𝗶𝗲𝘁𝗿𝗼 𝗹’𝗮𝗻𝗴𝗼𝗹𝗼.
Dimenticare un appuntamento potrebbe costarti molto caro. La regola aurea dell’accoglienza turistica, che si tratti di strutture ricettive, ristorative o enoturistiche, è evitare il complaint soprattutto sul web. Una volta scritto non sarà più possibile cancellarlo e ci costerà un abbassamento dell’indice di gradimento, su Google Buisness, Trip Advisor o altri portali web.

𝗡𝗼𝗻 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝘃𝗶𝗻𝗼: 𝗹’𝗶𝗺𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗮𝗺𝗯𝗶𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗲.
Anche l’ambiente in cui l’ospite verrà accolto contribuisce a creare l’atmosfera. Pulito e ordinato, ma fondamentalmente accogliente. A questo contribuisce in larga parte lo staff che deve essere altamente professionale. L’enoturismo, proprio in quanto forma ibrida di accoglienza, necessita di personale qualificato e poliedrico. Un ospite educato dotato di un livello medio alto di cultura personale, deve conoscere le lingue, il territorio in cui opera, essere un bravo commerciale e, ovviamente, conoscere il vino.

Sembrava facile e invece? Non scoraggiatevi, l’importante è non strafare, bensì tarare tutto sulle risorse economiche e personali a disposizione e, in ogni caso, sempre con il sorriso sulle labbra.

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